Cos’è
La Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia, riconoscendo alla cultura un ruolo di sviluppo non solo nella dimensione economica del settore turistico-culturale, ma anche in quella della coesione sociale, intende agevolare la realizzazione di progetti di rigenerazione e riattivazione dei luoghi della cultura e altri spazi pubblici e privati dismessi, o che si trovano in stato di sottoutilizzo, di degrado o di abbandono, trasformandoli in centri o spazi culturali e artistici realizzando in essi iniziative in campo culturale e creativo con finalità di inclusione e di innovazione sociale.
A chi si rivolge
Possono beneficiare del contributo, non in forma associata:a) gli enti privati, comprese le associazioni e le fondazioni, senza fine di lucro o con l’obbligo statutario di reinvestire gli utili e gli avanzi di gestione nello svolgimento di attività previste nell’oggetto sociale, e le società cooperative, che hanno tra i loro scopi statutari la promozione di attività culturali e siano regolarmente costituiti con atto pubblico o scrittura privata registrata;b) gli enti e le istituzioni, comprese le imprese sociali e le società cooperative, iscritte al registro degli enti del Terzo settore di cui al decreto legislativo 3 luglio 2017, n. 117, che hanno tra i loro scopi statutari la promozione di attività culturali.
Cosa prevede
Sono ammissibili i progetti che hanno ad oggetto la rigenerazione e la riattivazione, mediante la realizzazione di attività culturali o percorsi formativi o laboratoriali nel settore culturale, dei:a) luoghi della cultura, quali musei, biblioteche, pinacoteche, gallerie e altri luoghi espositivi, archivi, immobili che presentano interesse artistico, storico, archeologico o etnoantropologico, o che rivestono un interesse particolarmente importante a causa del loro riferimento con la storia politica, militare, della letteratura, dell’arte, della scienza, della tecnica, dell’industria e della cultura in genere, ovvero quali testimonianze dell’identità e della storia delle istituzioni pubbliche, collettive o religiose, le ville, i parchi e i giardini che abbiano interesse artistico o storico, le pubbliche piazze, vie, strade e altri spazi aperti urbani di interesse artistico o storico, i siti minerari di interesse storico od etnoantropologico, le architetture rurali aventi interesse storico od etnoantropologico quali testimonianze dell’economia rurale tradizionale;b) luoghi e spazi pubblici e privati dismessi, in stato di sottoutilizzo, di degrado o di abbandono, da destinare a usi e fini culturali collettivi, trasformandoli in centri o spazi culturali e artistici.